Martini Alberto

Alberto Giacomo Spiridione nasce da Maria dei Conti Spineda de Cattaneis, antica famiglia nobile trevigiana, e da Giorgio Martini, pittore naturalista e professore di disegno. Tra il 1890 e il 1895 sotto la guida del padre, Alberto inizia a dipingere e a disegnare continuando così la tradizione familiare. In effetti, i parenti materni del padre erano noti decoratori e mosaicisti veneziani. Durante gli anni della formazione, Martini realizza innumerevoli disegni, rivelando subito una particolare predilezione per la grafica. Pur dedicandosi alle matite grasse, realizza anche oli, acquarelli e tempere di piccolo formato grazie ai quali, superato il mero esercizio scolastico, raggiunge i primi validi risultati. I temi preferiti sono quelli della campagna trevigiana e dei contadini al lavoro: quindi l’uomo e il suo rapporto con la natura vista nel suo divenire (ad es. Antica gualchiera trevigiana, 1895). Si esercita anche su fiori e conchiglie, che studia in modo analitico, lasciando una serie di acquarelli molto belli. Al di là di un mero esercizio dal vero, sono temi attraverso i quali Alberto mostra di assimilare la cultura figurativa italiana ed europea tardoromantica, populista e umanitaria, volta a cogliere dubbi e perplessità d’intonazione simbolista sul senso della vita, piuttosto che a definire un ambiente. Tra il 1894 e il 1896 realizza le quattordici chine acquerellate dell’Albo della morte, rivelando suggestioni culturali di matrice nordica.

Martini, Alberto (Oderzo 1876 – Milano 1954) EDGAR ALLAN POE. 1905/06 Penna a inchiostro di china su cartoncino avana. mm 310×207

Martini, Alberto (Oderzo 1876 – Milano 1954) EDGAR ALLAN POE. NIOBE IMPIETRÓ. 1947 Puntasecca. mm 175×162. Foglio: mm 350×250.

Martini, Alberto (Oderzo 1876 – Milano 1954) APPARIZIONE 1926, pastelli su carta intelata, cm 123×90

Tutte le immagini sono a scopo illustrativo