Dudovich Marcello

MARCELLO DUDOVICH
(1878 – 1962)

Nato a Trieste nel 1878, frequentò da subito l’ambiente artistico triestino grazie al cugino pittore, Guido Grimani. Nel 1897 si trasferisce a Milano, dove viene assunto come litografo alle Officine Grafiche Ricordi. Quasi contem­ poraneamente inizia a frequentare i corsi di disegno accademico e di studio del nudo presso la Società Artistica Patriottica di Mi­lano e apre uno studio di pittura assieme a Metlicovitz e al pittore greco Arvanitaki. Si specializza nel realizzare opere pubblicitarie tanto che nel 1899 viene chiamato a Bologna per lavorare presso lo Stabilimento Grafico di Edmondo Chappuis, con il quale collabo­rerà fino al 1905, pur continuando a mante­nere i rapporti con le Officine Grafiche Ri­cordi. Nel frattempo avvicina anche la rivista “Fantasio”, edita a Roma nel 1902 e specializ­zata in letteratura, critica e varietà. Nel 1900 realizza manifesti che lo portano a vincere per tre anni consecutivi, dal 1900 al 1902, il concorso “Feste di primavera” bandito dalla Società per il Risveglio della Vita cittadina: diventa indiscusso caposcuola del cartello­nismo italiano, arrivando a vincere anche la Medaglia d’Oro all’Esposizione Universale di Parigi del 1900. Nel 1902 partecipa all’Esposizione Interna­zionale d’Arte Decorativa Moderna a Torino, esponendo il manifesto Fisso l’idea (cat. 127) sotto la sigla societaria della cooperativa ar­tistica Aemilia Ars. Collabora nel 1904 con la rivista d’arti e lettere “Novissima”, diretta da Edoardo De Fonseca (cat. 73). Lavora anche per il periodico umoristico bo­lognese “Italia Ride”, per il quale realizza nu­merose illustrazioni, vignette satiriche e de­corative. Dopo un breve soggiorno a Geno­va, fra il 1905 e il 1906, torna a Milano anche in vista del concorso indetto per il manifesto dell’Esposizione Internazionale, collegata all’inaugurazione del Traforo del Sempione. Suo è il manifesto per l’Esposizione Torri­celliana di Faenza del 1908 (cat. 139). Tra il 1907 e il 1913 realizza i manifesti per i Grandi Magazzini dei Fratelli Mele, occupandosi del­la promozione di immagine della ditta (cat. 135, 136). E disegna uno dei suoi più famosi manifesti per la ditta alessandrina Borsalino, vincendo il concorso indetto dalla Casa per realizzare la pubblicità del cappello “Zenit”. La sua fama si estende oltre ai confini na­zionali tanto che nel nel 1911 viene chiama­to a Monaco di Baviera dalla Casa Editrice di Albert Langen, dove gli viene offerta una collaborazione di reporter come inviato spe­ciale del famoso periodico di satira politica e sociale “Simplicissimus”. Accetta l’incarico e sostituisce Reznicek come disegnatore nella redazione: illustrerà per circa quattro anni, dal 1911 al 1915, la pagina mondana del giornale tedesco con un’estesa produzione di acquarelli, chine e disegni, entrando in contatto con gli esponenti di spicco della grafica tedesca quali Wilhelm Schulz, Theo­dor Heine e Eduard Thöny. Nel 1912, pubblica l’Album Corso composto da 32 tavole. Come inviato speciale Dudovich viaggia molto in tutta Europa, offrendo con la propria grafica una viva testimonianza delle abitudini mon­dane dell’alta società. Trattenuto a Milano durante gli anni del­la guerra, fra il 1917-1920 l’artista è a Torino, dove lavora sia in campo cinematografico, realizzando un numero imprecisabile di ma­nifesti per film, sia alle dipendenze del gio­vane editore Polenghi. Dudovich rimane a Torino fino al 1920, anno in cui si riaccende l’amicizia con il grande artista grafico Achil­le Luciano Mauzan, francese di nascita ma naturalizzato italiano, che crea locandine di film. Sia Mauzan che Dudovich lavorano per la Ricordi Officine e la loro amicizia li por­terà a una collaborazione per l’industria ci­nematografica di Torino, più precisamente per la Cleo Films e la Felsina Films. A Torino collabora ai fascicoli antiaustriaci “Gli Uni… e gli altri!” (1915) di G. Antona Traversi, a “Pa­squino” e a “Satana Beffa” (1919) e infine a “L’Illustrazione Italiana” (1922). Oltre a colla­borare con più riviste crea anche disegni per i modelli delle bambole di produzione Lenci. Tornato a Milano nel 1920, fonda con l’av­vocato Arnaldo Steffenini la società editri­ce Star, che produce manifesti per conto dell’I.G.A.P. (Impresa Generale Affissioni Pubblicità), della quale fu direttore artistico dal 1922 al 1936 insieme a Marcello Nizzoli e Luigi Martinati. Dudovich crea manifesti per le campagne pubblicitarie delle maggiori in­dustrie italiane e inizia in quegli anni la lunga collaborazione che lo legherà ai grandi ma­gazzini La Rinascente, per i quali, dal 1921 al 1956, realizzerà oltre 100 manifesti. Nel 1937 Marcello si reca in Libia chiamato da Italo Balbo , per un lungo soggiorno e vi ritornerà nel 1951 ospite della nipote Nives Comas Ca­ sati, già sua allieva e modella. Marcello Dudo­vich muore a causa di un’emorragia cerebra­le il 31 marzo 1962 a Milano.